Spessso e volentieri mi capita di parlare con persone che non conosco. Sul treno, al supermercato o semplicemente in strada. Di recente ho avuto il piacere di conoscere un vicino di casa. "Sto seriamente pensando di trasferirmi in una casa di riposo perché trovo difficile vivere da solo" mi dice ogni qual volta ci incontriamo. Mi piace ascoltare le storie delle persone perché ci trovo sempre qualcosa di utile per la mia crescita. Non gli ho mai chiesto il suo nome, di lui conosco il cognome. Sembra un ragazzino ma di anni ne ha 81, è divorziato e la prossima volta che rinasce desidera essere donna. Mi fa ridere tantissimo ma non ho voglia di svelare la sua identità. Dovete sapere che al nostro terzo incontro mi ha donato un televisore di 32 pollici che non usava più. Nella nostra ultima conversazione invece mi ha riferito " i soldi mi hanno rincorso ma con le donne non ho avuto fortuna".
Lo ascolto e percepisco tanta solitudine, penso e ripenso a tutte quelle volte in cui sono fuggito da essa. Ciò che vedo in lui è anche in me. L'attimo successivo mi rendo conto di quanti doni mi abbia fatto la solitudine. Non è bene, non è male. È un' energia, è una forza potente che il mio amico non vuole conoscere. Va bene così, non ho bisogno di convincerlo, lui non mi ha chiesto aiuto. Mi ha semplicemente raccontato una storia, in fondo la vita è narrazione e noi siamo quello che ci narriamo. Poi lo saluto e mi auguro di incontrarlo presto.
Antonio Sorbello